Mangiare: un gesto antico dai modi nuovi
Cultura del fare e del sapere che si intreccia con gratificazione dei sensi, tradizione e innovazione digital: così cambia il food, uno dei settori più in crescita degli ultimi anni. Chi dice cibo, dice Italia e con lei un’intera filiera produttiva che va dalla produzione certificata bio alla ristorazione stellata, dal sapere multidisciplinare alla comunicazione 2.0 fino agli eventi su scala globale come l’edizione 2015 di Expo, che proprio al cibo è stata dedicata. Immutato da secoli e fedele a se stesso, l’antico rito di sedersi a tavola conosce oggi nuovi modi che includono l’attitudine social di fotografare e condividere scoperte culinarie accomunate dall’hashtag #foodporn, la lettura attenta di recensioni per cene e pranzi senza incognite, l’acquisto online di prodotti di nicchia fino all’adorazione di chef star, nuove divinità mediatiche che formano i saperi (e i sapori) degli adepti-follower. Le ricerche raccontano di come i nuovi target – che dalla generazione X si estendono fino a quelle Y e Z, rispettivamente i Millenials e gli under 25 stanno creando nuovi itinerari esperienziali che si dispiegano tra uso della Rete per gli acquisti, consumo collaborativo e sane abitudini alimentari promosse da siti, blog e WOM (word of mouth).La nuova sfida: creare e tenere viva la conversazione
Oggi per le aziende è indispensabile non solo comprendere che cosa influenza la decisione di acquisto di target vecchi e nuovissimi, ma anche scoprire come avviare e tenere viva con questi una conversazione efficace e rilevante. I brand devono imparare a vendere non solo un prodotto ma un’intera esperienza culinaria che promuova valori, visioni ed emozioni. Chi acquista è oggi sensibile all’impegno per la tutela dell’ambiente, all’impatto sociale e ambientale di un brand, alle connessioni che l’acquisto crea con altri consumatori. Conclusa la fase 2.0 che spostava il baricentro dal prodotto al cliente attraverso la segmentazione, il targeting e il posizionamento, è tempo per il marketing di passare alla nuova evoluzione: promuovere online e offline valori che siano un volano per le vendite. Ma come fare a raggiungere il “next level” del marketing per il settore food? In questa sfida ricca di opportunità, l’email marketing può essere l’ingrediente segreto (ma non troppo) della nuova ricetta per il successo delle aziende del settore.L’importanza di far arrivare le email transazionali
Nell’esperienza di acquisto digitale, l’attenzione e la cura riservate al cliente dal venditore sono ragionevolmente sostituiti da un complesso ed efficiente sistema di invio di email automatizzate. Più le email sono tempestive e personalizzate, più il cliente è rassicurato: subito dopo l’acquisto, durante la consegna, dopo la ricezione del prodotto e pure a distanza di settimane dall’acquisto, magari per ricevere un nuovo suggerimento di acquisto. Per chi acquista, è importante ricevere una conferma dell’avvenuto pagamento, sapere quando il prodotto sarà consegnato, avere sotto mano un indirizzo o un numero di telefono se qualcosa non è andato per il verso giusto. Tutte queste tipologie di messaggi, insieme alle email che ricordano promozioni in corso o contenenti voucher e password sono considerate email transazionali. Farle arrivare è decisivo: nel breve periodo per assicurare la vendita, nel lungo per coltivare la relazione con i clienti. Per il settore food, la consegna tempestiva (e sicura) di questi messaggi significa assicurare per almeno il 50% la vendita di prodotti. Un paio di scarpe si può aspettare, l’ingrediente speciale per la cena con gli amici no. Metà del business online dipende dalla ragionevole certezza che le email transazionali raggiungano la casella dell’acquirente, ovvero abbiano un alto tasso di deliverability.Deliverability: la garanzia dell’Email Marketing
Quest’ultima, dipende da un insieme di fattori: reputazione dei server, gestione a norma di legge delle liste, buone pratiche di invio, infrastruttura certificata e comportamenti del destinatario che può decidere, di volta in volta, se catalogare la tua email come Spam o indesiderata. Su quest’ultimo aspetto non è possibile intervenire se non con un consiglio, su tutti gli altri invece è possibile agire per migliorare la deliverability. Chi usa una piattaforma di invio professionale come MailUp può richiedere un IP dedicato, assicurarsi che la gestione sia a norma di legge e chiedere consiglio sulle pratiche migliori per l’invio. Una certificazione internazionale come quella rilasciata da CSA, ottenuta da MailUp, assicura inoltre un trattamento preferenziale in termini di recapito. Il team Deliverability MailUp è l’angelo custode delle email transazionali perché, grazie alla loro attività, i messaggi che accompagnano il processo di acquisto possono raggiungere la casella Inbox dei clienti.Scarica il contenuto completo
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