Email e business? Risponde MailUp

Le 25 domande più frequenti da manager e imprenditori

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25 risposte a chi fa business con l’email

Nei mesi di ottobre e novembre 2013, Radio24 ha ospitato un ciclo radiofonico dedicato all’Email Marketing. Durante gli appuntamenti quotidiani, gli esperti MailUp hanno risposto alle domande più frequenti inviate dagli ascoltatori. In questa guida trovi 25 risposte a domande inerenti:
  • privacy, abuse e trattamento dei dati
  • deliverability
  • ottimizzazione e design responsive
  • statistiche
  • Email Marketing

Deliverability: il recapito come chiave per il successo

Il tasso di recapito o deliverability è la percentuale di messaggi che arriva nella inbox dei destinatari. A volte pensiamo che sia importante poter inviare milioni di email: in realtà, conta di più farle arrivare nella casella dei nostri clienti, potenziali e acquisiti.

Il tasso di deliverability è influenzato, fra gli altri, anche da fattori inerenti la qualità del messaggio, come la personalizzazione del testo e la presenza di parole spam o di errori di codice.

Come posso evitare che le newsletter finiscano nella cartella spam? Ci sono parole da non usare?

La ricetta ideale per evitare del tutto la cartella spam non esiste; tuttavia possiamo curare alcuni aspetti che accrescono il tasso di deliverability delle nostre newsletter. Alcuni competono a chi gestisce la piattaforma di invio – come la reputazione del server – altri a chi invia – come la gestione e l’igiene delle liste e la cura del contenuto del messaggio.

Difficilmente la presenza di particolari parole o l’oggetto tutto scritto in maiuscolo comportano il blocco per spam di un messaggio. Per evitare i filtri antispam è più importante assicurarsi di avere liste prive di errori, con destinatari consapevoli di esservi iscritti e messaggi il più possibile rilevanti rispetto al profilo dei destinatari.

È bene ricordare che un destinatario non è solo un profilo, ma un insieme aggiornato di preferenze, relazioni e azioni. I destinatari di qualsiasi comunicazione sono oggi informati ed esigenti, e per questo molto selettivi. Questa consapevolezza rende ancora più pericoloso e controproducente l’invio di un’email generica che non tiene conto, per esempio, dell’età o del dispositivo di apertura.

Un’email può essere personalizzata usando contenuti dinamici, filtri o tramite invii automatici sulla base di ricorrenze o singole attività. Così facendo, il mittente cattura l’attenzione di chi legge e stabilisce da subito un contatto positivo che sarà consolidato messaggio dopo messaggio.

Come faccio a inviare una newsletter a 10.000 persone?

Un invio di queste dimensioni richiede un sistema di email marketing in grado di assicurare il recapito nella casella dei destinatari.

In un sistema di questo tipo, come MailUp, non dovrebbero mancare strumenti per creare messaggi professionali, gestire automaticamente iscrizioni, disiscrizioni ed errori, favorire l’integrazione con CRM e CMS e soprattutto controllare i risultati di ogni invio.

Il recapito sicuro è frutto di una combinazione di fattori importanti, alcuni imputabili a chi invia – la qualità delle liste o la presenza di particolari parole nei testi – altri garantiti dalla piattaforma, come la reputazione del server di invio.

Ottimizzazione e design responsive: un nuovo approccio

Ottimizzare un’email o una newsletter significa considerare prioritario il punto di vista dei destinatari che, sempre con maggior frequenza, aprono, leggono e cliccano da più dispositivi diversi.

Per questo è importante pensare e organizzare i contenuti anche sulla base delle differenti dimensioni degli schermi e scegliere template responsive, capaci cioè di adattarsi al device attraverso cui avviene la navigazione: smartphone, tablet o desktop.

La mia newsletter su cellulare è quasi illeggibile, come mai?

È un bel problema, perché ormai più di un terzo delle email viene letta da smartphone. La varietà di sistemi operativi e applicazioni di lettura della posta elettronica su smartphone impedisce la creazione di un messaggio email ottimale per tutte le piattaforme.

Una volta aperto, solo alcune parti del messaggio sono subito visibili: per questo è necessaria una gerarchia dei contenuti, predisponendo nella prima parte del messaggio quelli principali. I più tecnici, invece, useranno modelli responsive, in grado cioè di adattarsi alla dimensione dello schermo.

In ogni caso la sintesi e la chiarezza delle call-to-action principali sono la chiave per avere messaggi di successo, anche su cellulare. Per un’email visualizzata correttamente su mobile:
  • Attenzione al pre-header Di fianco all’oggetto (o subito sotto) sono visualizzati anche i primi caratteri interni dell’email.
  • Spazio ai link Considera almeno 44 pixel ed evidenziali con una sottolineatura.
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